Quinto Vercellese
Inaspettati gioielli architettonici
È un piccolo comune situato nella parte meridionale della provincia, nella pianura vercellese, alla destra della confluenza del torrente Elvo con il torrente Cervo. È attraversato dalla Via Francigena, passando da Via Roma e Via Gramsci per poi continuare sul ponte del torrente Elvo.
L’origine del toponimo è dovuta alla vicinanza con la città di Vercelli: Infatti Ad Quintum Lapidem A Vercellis indica proprio la distanza tra questa e il capoluogo di provincia. L
e prime documentazioni risalgono al 1152 quando, in un diploma imperiale, il possedimento viene dato in proprietà a Guido Biandrate. Sebbene dal 1170 al 1922 il territorio e il castello cittadino siano rimasti di proprietà della famiglia degli Avogadro, le vicende che coinvolsero la comunità furono in stretta connessione con gli avvenimenti politici e militari che interessarono il vicino comune di Vercelli; prima del 1335, anno della sottomissione di Vercelli e del suo distretto ai Visconti, le lotte tra guelfi e ghibellini divisero la popolazione. Successivamente, dopo un periodo di calma politica, la lotta tra famiglie e signori coinvolse tutto il vercellese. I possedimenti degli Avogadro subirono pesanti devastazioni e, sotto la minaccia di perdere i propri beni, la famiglia fece atto di dedizione al duca di Savoia nel 1404.
Importante sotto il profilo storico-architettonico è il Castello cittadino, risalente al XII secolo quando la famiglia Avogadro si insediò nel feudo, e della cui struttura originaria resta solo la cappella dedicata a San Pietro. Al XIII secolo, invece, risale la torre quadrangolare posta sul lato nord. Solo dopo la pace stipulata nel 1427 il castello potè essere ricostruito; al XV secolo, infatti, risalgono i rifacimenti delle torri angolari cilindriche: oggi ne restano solo tre. Attualmente il castello conserva una pianta rettangolare e si estende su un’area di 4.500 mq. Vi si accede attraverso due porte carraie, ancora merlate, di cui la più interna era anticamente dotata di ponte levatoio.
Qualche altra curiosità
Santi patroni del borgo sono Nazario e Celso, a cui è dedicata la Chiesa parrocchiale, menzionata per la prima volta nel 964 in una lettera di Ingone vescovo ai cristiani di Quinto, poi citata in diversi documenti nel 1219 è 1220. La facciata della chiesa è realizzata con materiali di recupero, sassi, cocci, tegole e frammenti marmorei, mentre l’interno si compone di tre navate con pianta asimmetrica, interamente affrescata, e offre al visitatore una sintesi eccellente della teologia medievale. Storico e tradizionale è il carnevale, a febbraio, con maschere tipiche quali il Conte Casimiro del Gelso e la Contessa Adalgisa del Nocciolo, arricchito dalla tradizionale fagiolata. Quinto offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, effettuare interessanti escursioni nei dintorni e gustare le specialità del luogo, anche grazie alle camminate ecologiche che si svolgono durante tutto l’anno.
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