Chiesa Parrocchiale di San Germano © Borghi delle Vie d’Acqua

San Germano V.se

Terra e acqua rivitalizzate dalla bonifica dei monaci

San Germano Vercellese è un comune del vercellese, che sorge vicino al Canale Cavour,che ne bagna i campi e le coltivazioni, soprattutto di riso.

È diffusa credenza che in tempi lontani S. Germano avesse un altro nome. Si narra che proprio dove venne fondato San Germano, l’esercito di Carlo Magno fece un’operazione militare di tale rapida irruenza, da lasciare al paese il nome di Saltus Caroli (Il salto di Carlo). Altri invece sono convinti che in età pre-cristiana il paese si chiamasse Silva (donde il vicino toponimo di Selve) oppure Valselva o Valselve poi dopo il passaggio di San Germano D’Auxerre , avrebbe assunto il nome del Santo. L’antichissima “Valselva o Valle del Bosco” prese nome di San Germano dall’omonimo Vescovo proveniente dalla Francia , di passaggio nella valle dove fu acclamato Patrono dal piccolo agglomerato di abitazioni. Era l’anno 550.

Il territorio Sangermanese come tutto quello del circondario Vercellese è sempre stato contraddistinto nei secoli dal connubio terra-acqua. Gli storici sostengono che fino al V secolo, il terreno era prevalentemente boschivo e paludoso, con piccoli insediamenti rurali , disposti lungo il percorso della strada romana.

Verso il 1000 si assiste ad un primo cambiamento del territorio; questo accade quando i monaci si insediarono nella selva e in mezzo alla distesa paludosa. Infatti nella zona di San Germano nacque la prima abbazia, che i Benedettini chiamarono San Michele di Lucedio prima e poi di San Germano. L’opera dei Benedettini incide profondamente sull’ambiente, bonificano il terreno scavando i fontanili e regimentando le acque.

Qualche altra curiosità

I fontanili sono l'ossatura del sistema irriguo per l'agricoltura e la fonte idrica primaria per il fabbisogno di acqua potabile per la popolazione. La comparsa del riso nella nostra zona è legata a due fattori. Il primo è dato dalle grandi opere di bonifica necessarie per la messa a coltura di vaste aree acquitrinose. Il secondo fattore è rappresentato da una crescente disponibilità di manodopera bracciantile stagionale, indispensabile per la risicoltura nel periodo della monda e in quello del raccolto. San Germano crebbe e fu fortificata, diventando piazzaforte nel XVI secolo. Dei pochi ruderi della fortificazione che sono giunti sino a noi si può ricordare una torre, forse quello che resta del mastio, oggi adibita a campanile, e una piccola porta ad arco, oltre alle tracce di una passerella che conduceva ai camminamenti di ronda. Di notevole interesse è la parrocchiale di San Germano, a pianta rettangolare, con una sola grande navata fiancheggiata da tre cappelle per parte.

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