Palazzo Comunale © Borghi delle Vie d’Acqua

Palazzolo Vercellese

Piccolo borgo tra le risaie

Palazzolo Vercellese è un piccolo comune della provincia di Vercelli che sorge poco distante dalla riva sinistra del Po. Il panorama offre la veduta delle colline del Monferrato e delle risaie, coltivazione tipica del territorio.

Ha una storia millenaria: Numerosi ritrovamenti archeologici, attualmente conservati presso il “Museo Leone” di Vercelli ed il “Museo di antichità” di Torino, fanno risalire il primo insediamento al I e II secolo d.C.
Con la cittadinanza romana concessa definitivamente da Giulio Cesare (49 a.C.) con tutti i diritti civili e politici di Roma, si ebbe un notevole progresso e uno sviluppo urbano. I Romani, con la loro opera di colonizzazione, diedero molta importanza alle vie di comunicazione. Costruirono e potenziarono numerose strade e proprio lungo una di queste sarebbe sorto Palazzolo.

Attraverso il territorio boschivo, silva palazolascam, passava una strada romana che portava da Torino a Pavia (Taurinis-Ticinum) diretta verso le Gallie che seguiva in qualche modo il corso del fiume e sulla quale sorgeva un mutatio per il cambio dei cavalli. Una leggenda vuole che esistesse una città, Cestae, poi scomparsa a causa di incursioni barbariche o per alluvioni del Po, proprio nel territorio tra Palazzolo e Fontanetto Po.

Il più antico documento ufficiale che cita Palazzolo è un diploma dell’Imperatore Ottone III del 999 che elenca alcuni possedimenti concessi alla Chiesa di Vercelli. Gli stessi monaci fondarono a Palazzolo un monastero del quale si ebbero tracce fino nel XVIII secolo.
Verso il 1200 il paese fu fortificato con una cinta di mura basse e per accedervi occorreva passare tra due porte: una a Sud verso il Po e l’altra a Nord verso il Bosco di Roletto, ciò che restava dell’antica selva.
Il paese intanto era passato da possedimento della Chiesa a possedimento del Comune di Vercelli e i Marchesi del Monferrato. In paese era stato costruito un castello del quale non restano che dei toponimi.

Nel 1287 un cataclisma causò lo spostamento verso Sud del fiume Po, le cui acque andarono a lambire le colline del Monferrato, barriera naturale.
II fiume, che prima scorreva nelle vicinanze del borgo, lascio con il vecchio alveo un vasto territorio e ciò causò una annosa lite con il Monastero di Rocca delle Donne per il suo possesso. Questo territorio in precedenza era proprietà delle Monache di Santa Maria Maddalena di Casale, il cui Monastero sorgeva proprio sulla collina antistante.
Il processo che ne derivò durò per lunghissimo tempo, ma alla fine, nel 1388, la Comunità di Palazzolo ebbe la meglio e si vide arricchire di una vasta porzione di territorio.
Le sue vicende storiche, a partire dal 1435, seguirono nei secoli quelle dei marchesi del Monferrato e dei Gonzaga di Mantova.

Qualche altra curiosità

L'inizio del XVII secolo vide un periodo buio per la Comunità, sia per la guerra di successione del Monferrato, sia per la diffusione della peste. Con il passaggio degli eserciti belligeranti si ebbero spoliazioni e rovine, fino a quando nel 1616-17 l’esercito savoiardo ed i suoi alleati misero a ferro e fuoco il paese. Ancora per tutto il ‘700 vari eserciti passarono ed occuparono il territorio. Poi i francesi, nel 1705 occuparono Palazzolo che vi rimasero, dopo essere stati scacciati ed esser ritornati nel periodo, fino all’inverno del 1800. In questo periodo, Palazzolo fu occupata da 80 cavalleggeri austriaci che restarono sul posto per vari mesi. Furono momenti durissimi per la popolazione, la quale doveva mantenere questi soldati ed i loro cavalli mentre era in corso un’epidemia di peste bovina, penuria di generi alimentari, raccolti scarsi dovendo rifornire anche la fortezza di Alessandria di fieno. Con la ripresa della guerra, nella primavera del 1800, gli austriaci se ne andarono. Le vicende che seguirono videro tutto il Piemonte passare al nuovo Stato francese fino all’annessione definitiva all’Impero napoleonico. In quegli anni ciò che restava delle antiche mura fu abbattuto, così anche le due porte per l’accesso al borgo. Seguirono anni di relativa calma con la restaurazione ed il ritorno dei Savoia. Nel 1862 con decreto reale di Vittorio Emanuele II, al nome del paese fu aggiunto il suffisso Vercellese, per distinguerlo da altri paesi italiani con lo stesso toponimo. Nel 2001 l’aereo in cemento armato, ex doccia e simbolo della Colonia, venne trasportato nel giardino all’entrata Sud del Paese per evitarne la distruzione da parte dei fiumi, che già con l’alluvione del 2000 causarono pesanti danni alla cittadina. Tra i luoghi interessanti di Palazzolo, si ricordano: la parrocchiale di San Germano, di stile romanico-gotico, risalente al XIII secolo; le chiese delle confraternite della Santissima Trinità e degli Angeli, edificate probabilmente nel XVI secolo e ricostruite nel XVIII; la chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in cui venne istituita la confraternita; la chiesa di San Giuseppe; la chiesa della Santissima Annunziata, a navata unica, e la chiesa di San Sebastiano, edificata verso il 1631 a seguito di una pestilenza. Simbolico del paese è l’Idrovolante di cemento armato all’ingresso del borgo. Un trimotore ad elica, a tre-quattro metri da terra. Non sta volando a bassissima quota sulle risaie: e' attaccato al terreno. È un monumento al progresso aeronautico eretto nel 1939, oltre che un omaggio a Italo Balbo, Maresciallo dell'Aria del regime fascista. Il monumento, creato dall'impresario (edile) Michelangelo Isacco, aveva anche una funzione pratica: faceva parte di una doccia per bambini nella colonia elioterapica vicino a Palazzolo Vercellese.

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