Palazzo Comunale © Borghi delle Vie d’Acqua

Olcenengo

Il tipico paesaggio tra le risaie

Situato alla destra del torrente Cervo, Olcenengo Sun piccolo borgo del vercellese circondata risaie, a formare il ben noto “mare a quadretti”.
Olcenengo appare in lontananza con il suo campanile circondato da macchie verdi di alberi che segnano i corsi d’acqua e i fontanili.
Qui si ha il senso della pianura vercellese, di spazi immensi dedicati alla monocoltura risicola, al cosiddetto “oro bianco”, con le sue diverse tipologie di qualità: da quelle più pregiate (Carnaroli, S. Andrea, Arborio, etc.) alle più comuni.
Da secoli la risaia è la vita di Olcenengo: tra canale Cavour, Elvo, Cervo e Naviglio d’Ivrea di acqua ce n’è un mare.
Solo nel territorio di Olcenengo si rileva un 30% di popolazione attiva nel settore agricolo.
Oltre alle coltivazioni dominanti di natura risicola, Olcenengo conta anche un allevamento di suini a conduzione familiare per la produzione di carni e salumi tipici (müla, salam d’la duja, e molti altri prodotti).

Le origini più accreditate del toponimo lo riconducono al nome gentilizio Aucenia seguito dal suffisso tedesco -ing, che indica appartenenza. Le prime notizie ufficiali che la riguardano risalgono all’anno 964 in alcuni documenti sulla chiesa di Vercelli. Originariamente posseduta dalla famiglia degli Avogadro di Quinto, che crearono così il ramo degli Avogadro di Olcenengo, nel 1404 divenne di proprietà di Casa Savoia, e poi investito agli Arona.

La costruzione più importante è senza dubbio il castello, costruito durante gli ultimi anni del XIII secolo per volontà degli Avogadro, di cui oggi restano intatti solo una torre quadrata e i segni di alcuni merli bifidi murati. Non c’è più traccia, invece, della cappella interna dedicata a San Giovanni Battista e delle mura di cinta che circondavano la struttura separandola dal fossato. Oggi il castello si trova in un accettabile stato di conservazione ed è diventato una casa colonica.

Qualche altra curiosità

Da menzionare è anche la parrocchiale dei Santi Quirino e Giulitta, patroni del borgo, con tre navate e un affresco del XV secolo, nonché la chiesa di San Pietro Levita, ricostruita dopo l'alluvione del 1968. A Olcenengo passa la Via Francigena, nel tratto che proviene da Santhià e San Germano e si reca a Vercelli. Un altro tragitto a carattere religioso molto importante per gli olcenenghesi è quello che conduce a Salussola per sciogliere il voto secolare al beato Pietro Levita, per gli abitanti del borgo venerato come santo. Un voto religioso antico, nato da quasi 540 anni in occasione di una grave pestilenza che aveva colpito Olcenengo. Una volta giunti alla chiesa di Salussola, vengono depositati ai piedi dell’urla con le reliquie del santo dei ceri, dell’incenso e del riso, prodotto agricolo principale del paese. È un paese che nonostante il basso numero di abitanti si mantiene attivo grazie al lavoro della pro loco. Tra gli eventi ricorrenti, che animano la comunità, meritano di essere citati: la fagiolata di carnevale con le sue maschere, i Conti di Olcenengo; la “Cicloturistica”, la terza domenica di maggio; l'esposizione canina, nel mese di giugno; il “Trofeo del riso” e il “triangolare di calcio”, la prima domenica di settembre, e, infine, a ottobre, la mostra di arte sacra. La festa patronale, in onore dei Santi Quirico e Giulitta, si celebra invece la terza domenica di luglio.

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