Asigliano Vercellese
La varietà di riso Maratelli fu selezionata qui nel 1914
Il toponimo del paese risale all’epoca romana, ovvero Fundus Acilianus, dal nome romano del proprietario del fondo Acilius. Sia un diploma di Carlo il Grosso dell’881 a favore del vescovo di Vercelli, Liutvardo, che un atto del vescovo Ingone (961-977) menzionano per la prima volta l’esistenza della località. Nel 1335 il paese fu concesso ai Visconti e nel 1427 ai Savoia, anche se l’effettiva sottomissione avvenne nel 1429 venendo a far parte del capitanato di Santhià. Nel 1436 una terribile pestilenza flagellò il paese che, secondo la tradizione, fu salvato dall’intervento di San Vittore, invocato a gran voce dal popolo. Da quel giorno il miracolo viene ricordato con una festa nella seconda domenica di maggio, durante la quale i buoi vengono fatti esibire in una breve ma suggestiva corsa a carattere votivo. Nel 1536 il paese fu saccheggiato dalle truppe imperiali a causa della ribellione della popolazione al Duca di Savoia. Solo nel 1545 il Duca perdonò gli asiglianesi.
Tra gli edifici di interesse artistico-culturale troviamo la Chiesa di San Rocco, la cui edificazione è datata attorno al 1630, molto semplice al suo interno, con un affresco sulla parete d’ingresso raffigurante San Rocco in atto di invito alla preghiera e protezione del luogo, ma anche l’Oratorio di San Vittore e la Parrocchia della Beata Vergine Assunta, distrutta più volte durante i secoli per colpa delle cannonate delle guerre franco-spagnolo e poi ancora tra i Savoia e l’esercito francese.
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