Morano sul Po
Un borgo di confine tra il Vercellese e il Monferrato
Morano sul Po è un comune della provincia di Alessandria, a confine con quella di Vercelli, alla sinistra del fiume Po, poco a valle della confluenza in esso, da destra, del torrente Stura.Sembra che la prima denominazione del paese sia stata Aurianus probabilmente in riferimento ad alcuni giacimenti d’oro che anticamente venivano sfruttati sul terreno alluvionale del fiume Po.
In seguito, dato che per estrarre il prezioso metallo dalla sabbia venivano utilizzati schiavi neri (mori), il nome del paese venne modificato in Maurianus (da mauri cioè mori).Secondo un altra interpretazione, Morano potrebbe derivare dal nome dialettale Morum o Moro dato alla pianta del gelso. Infatti anticamente proprio in questa zona venivano coltivati i gelsi per alimentare i bachi da seta.
Muranus è citato per la prima volta nel diploma dell’Imperatore Ottone III del 992.Nel 1182 nelle guerre contro il Monferrato, i Vercellesi distruggono l’antico castello del “Torrione” e attaccano Morano il cui abitato viene saccheggiato. Nello stesso anno il Marchese di Monferrato costringeva i Vercellesi alla pace, assumendo il borgo di Morano sotto lo stato di Monferrato.
Nel 1306 Teodoro I Paleologo, figlio di Violante Aleramica imperatrice di Costantinopoli, arrivò nel Monferrato e si scontrò con i Visconti di Milano. In quell’occasione le milizie viscontee occuparono Morano e lo presidiarono per circa cinquant’anni.
Successivamente Morano fu recintato da solide mura nelle quali si aprivano due pesanti porte: nonostante ciò venne occupato dalle milizie sabaude. Il 6 maggio 1859 Giuseppe Garibaldi si ferma a Morano sulla via per scontrarsi con Napoleone III imperatore dei Francesi.Il 9 agosto 1862 Morano ricevette la definizione “sul Po” con decreto regio di Vittorio Emanuele II al fine di distinguerlo da altri paesi omonimi quali “Morano Calabro” in provincia di Cosenza e “Morano” frazione di Perugia.
Oltre ad una storia altamente interessante, ricca di aneddoti ed episodi significativi dell’evoluzione governativa del territorio, anche le architetture del borgo sono interessanti: ricordiamo la Chiesa di San Pietro Martire, situata nell’omonima via, che presenta pareti esterne in mattoni a vista e abside semicircolare. L'interno è a tre navate, divise da robuste colonne intonacate con scanalature dipinte sorreggenti archi a sesto acuto; la Chiesa della Santa Trinità, che presenta pianta a croce e facciata in mattoni a vista, segnata da paraste, in due ordini con timpano; nel secondo ripiano si apre una finestra dal profilo superiore sinuoso. Sulla parte posteriore del lato sinistro dell'edificio si innalza il campanile, che ha terminazione a bulbo. Oggi è sconsacrata e usata per scopi associativi e culturali; la Chiesa Campestre della Consolata o della Madonna del Ceppo; la Chiesetta di San Rocco. Noto è anche l’Arco della Teleferica, un'infrastruttura ad arco parabolico che permetteva alla teleferica di superare in sicurezza la statale durante il trasporto della marna da cemento dalla miniera Palazzina Borino di Coniolo alla cementeria di Morano. È stato edificato nel 1951, e oggi è recuperato come testimonianza dell’identità industriale del territorio.
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